Descrizione Progetto

PORTA DI PIEDIGROTTA

Don Ottavio d’Aragon, generale delle galere di Sicilia, nel 1613 dopo avere con le sue otto galere sconfitto una squadra navale turca, liberando 1300 cristiani, rischiò di perire in una violenta burrasca prorio in vicinanza del porto di Palermo. “In memoria della grazia da lui ricevuta per intercessione della Vergine”, riferisce il Villabianca, donò un fanalone della sua nave alla chiesa di Santa Maria di Piedigrotta. Questa lanterna di galera vi rimase sino al 22 marzo 1943, quando una improvvisa incursione aerea, avvenuta lungo la fascia del porto, distrusse totalmente la chiesa che sorgeva presso la sponda Nord della Cala,nello stesso sito dove successivamente venne costruito il Mercato del pesce. La zona era divenuta luogo di culto sin dal marzo 1564, “da che l’immagine devotissima di Santa Maria di Piè di Grotta cominciò i suoi miracoli e vi fu innumerevole il concorso del popolo che si portò a venerarla giornalmente. Si trattava dell’immagine della Madonna col Cristo deposto, dipinta sopra una lastra d’ardesia, che si venerava in una piccola grotta posta in vicinanza della Cala, che i pescatori avevano ottenuto dal proprietario del luogo, il protonotaro del Regno Alfonso Ruiz. Una confraternita di gente di mare, sorta in quello stesso anno, aveva avuto cura, dapprima, di fare abbellire con un arcone marmoreo l’ingresso della grotta e, successivamente avevano iniziato la costruzione di una chiesa i cui lavori furono ultimati nel 1579. L’architetto Spatrisano, che nel 1937 pubblicò una interessante monografia su questa caratteristica chiesetta, la descrive con “il fronte rivolto ad occidente, costituita da un unico grande ambiente con cappelle parietali sistemate lungo le pareti longitudinali, un campani letto a pianta quadrata, addossato al fianco settentrionale, in parte interrato”. Nel 1585, “per comodo dei cittadini divoti”, venne aperta nell’arco della cortina muraria che correva lungo la Cala, una nuova porta urbana, detta di Piedigrotta,” di semplice pietra, alta palmi 14 et larga palmi 14, in forma quadra”. Di essa non rimane oggi alcuna traccia, essendo stata abbattuta verso la fine dello scorso secolo. Nel maggio 1933, allo scopo di ricavare l’area da destinare al nuovo grande mercato del pesce, fu avanzata la proposta di smontare la chiesetta e di ricostruirla in altro luogo. Vi furono proteste e polemiche e l’idea andò accantonata. Il bombardamento del 22 marzo 1943 pose fine alla questione.

Tratto da: R.La Duca, I bastioni e le porte di Palermo ieri e oggi, a cura di Francesco Arnetta, Salvatore Sciascia Editore, 2014.

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