Descrizione Progetto

PORTA DI S.ROSALIA GIA’ DI S.GIORGIO

Dopo piazza S.Giorgio dei Genovesi era un tempo la porta S. Giorgio che si apriva nelle mura settentrionali della città. Le più antiche notizie che si hanno rimontano al 1194 attraverso un atto di donazione da parte del conte Riccardo Aiello alla regione di Palermo di un orto posto in prossimità della porta stessa. Sappiamo inoltre che, nel 1314, Federico III, ritornando da Monte S. Giuliano, da qui fece il suo ingresso in Palermo e che, anche di fronte a questa porta , si aspri combattimenti durante l’assedio del 1325, posto dalle truppe angioine. La porta non prendeva il suo nome dalla vicina chieda di S. Giorgio dei Genovesi, costruita in epoca successiva e dapprima intitolata a S. Luca, bensì dal fatto che, uscendo da essa, si poteva andare all’antica tonnara e chiesetta di S. Giorgio, l’una e l’altra distrutte per la costruzione del molo Nord alla cui radice esse si trovavano. Nel 1724 l’antica porta dovette sembrare di forme modeste al pretore del tempo, Don Federico di Napoli, principe di Resuttana che, ne descretò la demolizione e la ricostruzione in forme migliori. Venne incaricato del progetto l’architetto del Senato D.Andrea Palma. La porta era adorna di colonne in marmo di Billiemi ed era realizzata interamente in tufo da intaglio. Cornici, stemmi, aquile e fregi vari ne completavano l’architettura. Inoltre poiché essa era rivolta verso Monte Pellegrino, dove in una grotta nel 1624 erano state rinvenute le ossa di S. Rosalia, le si mutò il nome dedicandola alla Patrona della città. Anzi, in un quadrone ad affresco posto alla sua sommità, fu raffigurata la liberazione di Palermo dalla peste ad intercessione della Santa. Tale dipinto venne eseguito dal pennello del fiammingo Guglielmo Borremans. Al di sotto del quadrone fu collocata una reliquia di S. Rosalia, dono del pretore principe di Resuttano, dinanzi alla quale veniva tenuta perennemente accesa una lampada votiva. Il 4 Settembre di ogni anno, il popolo palermitano era solito uscire da questa porta per recarsi in pellegrinaggio sul Monte Pellegrino. La porta S. Giorgio, detta dopo il 1724 di S. Rosalia, è legata al ricordo dei “balestrieri”. Anticamente, presso la porta dei Greci, i cittadini palermitani “attendevano al gioco della balestra” ed il Senato concedeva premi ai migliori tiratori, intendendo in tal modo, incoraggiare la gioventù palermitana all’esercizio della caccia ma soprattutto all’arte militare. Per questo fioriva a Palermo la maestranza dei balestrieri che costruiva armi per lanciare frecce di ogni genere. Il gioco della balestra che in tempo antico si svolgeva nei pressi di porta dei Greci fu successivamente esercitato nel piano fuori porta S. Giorgio e ciò fino a quando esso non scomparve definitivamente. La nuova porta S. Rosalia con le sue magnifiche forme purtroppo durò poco più di un secolo. Infatti un ministeriale del 15 febbraio 1853 ne ordinò la demolizione .

Tratto da: R.La Duca, I bastioni e le porte di Palermo ieri e oggi, a cura di Francesco Arnetta, Salvatore Sciascia Editore, 2014.

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