Descrizione Progetto

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PORTA FELICE

La creazione della porta Felice traeva origine dal definitivo prolungamento del Cassaro dalla chiesa di Portosalvo sino l mare, avvenuto nel 1581, e dalla necessità quindi di collegare questa strada con l’altra magnifica che correva fuori dalle mura lungo la spiaggia, creata nell’ anno precedente dal vicerè Marcantonio Colonna , lo stesso che aveva deciso l’ulteriore taglio del Cassaro . Il Senato palermitano, per questo, aveva intitolato la strada di mare “strada Colonna” ( attuale Foro Italico) ed aveva deciso di chiamare “Felice” la nuova porta in onore della moglie del vicerè, Donna Felice Orsini. Ma i lavori di costruzione della porta, per un complesso di circostanze, andarono per le lunghe. Iniziati effettivamente nei primi mesi del 1584, furono sospesi poco dopo in occasione della partenza del vicerè Colonna, avvenuta nel maggio di quell’anno, né i successori si preoccuparono di riprenderli immediatamente. Il progetto prevedeva, infatti, che i due piloni laterali fossero sormontati da elementi piramidali che non furono realizzati. Nel 1636, alla morte dello Smiriglio, veniva nominato come architetto della porta il monrealese Pietro Novello, che ne modificava la parte superiore nelle forme che pressappoco oggi si possono osservare. In effetti, al Novelli riuscì a subentrare nella direzione dell’opera Vincenzo Tedeschi, suo rivale mettendo in evidenza alcuni errori tecnici commessi, ma l’opera ad eccezione di lievi modifiche , rimase sostanzialmente quella ideata dal monrealese. I lavori si poterono ritenere ultimati soltanto nel 1637, anche se alcuni elementi decorativi, come le due fontane, furono aggiunte soltanto nel 1642. Per circa tre secoli porta Felice fu protagonista della vita palermitana. Attraverso i sui piloni fecero il loro ingresso trionfale sovrani, passarono lunghe processioni, sfilò il carro trionfale di S. Rosalia durante le tradizionali giornate del Festino, uscirono carrozze ed equipaggi per la celebre passeggiata della Marina della Belle Epoque. Poi, durante il secondo conflitto mondiale, una bomba centrò in pieno il pilone di destra riducendolo ad un ammasso di rovine assieme al contiguo palazzetto Santocanale ed al vicino ospedale di San Bartolomeo. Al termine della guerra il pilone venne ricostruito ma andarono perduti molti elementi decorativi che lo adornarono.

Tratto da: R.La Duca, I bastioni e le porte di Palermo ieri e oggi, a cura di Francesco Arnetta, Salvatore Sciascia Editore, 2014.

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