Descrizione Progetto

PORTA NUOVA

In prossimità del punto estremo e più elevato della via Marmorea o strada del cassaro, esistette prima del XV secolo una porta detta del palazzo sulla cui  bicazione sono però in disaccordo i diversi autori che sinora si sono occupati della topografia storica di Palermo . La porta del palazzo venne successivamente chiusa e verso il 1460, ne fu aperta un’altra, posta proprio in corrispondenza dell’ intersezione della strada del Cassaro con la cortina occidentale delle mura della città. Questa porta, denominata dal popolo “nuova”, fu dapprima concepita in semplici forme architettoniche, a fornice, con un solo ordine di colonne ed un cornicione sovrastante. Il 12 settembre 1535 da essa entrò in Palermo l’imperatore Carlo V, reduce dai trionfi riportati contro i Turchi nel regno di Tunisi. A ricordo di questo avvenimento, il Senato palermitano decretò di riedificarla in forme migliori ed i lavori iniziati nel 1538 vennero portati a termine nell’anno successivo. In tale circostanza per volere del viceré del tempo marcantonio Colonna, la porta fu detta “Imperiale” o “ d’Austria”. Il 20 dicembre 1667, durante un nubifragio che si abbatté sulla città, l’edificio fu colpito da un fulmine che provocò l’esplosione delle polveri che erano depositate in alcune stanze superiori, causando numerose vittime, oltre ad arrecare notevoli danni alle fabbriche della stessa porta e del vicino Palazzo Reale. La porta venne quasi subito ricostruita nelle stesse forme architettoniche della precedente, sotto la direzione dell’architetto del Senato Gaspare Guercio. Fu nuovamente danneggiata dal terremoto del 13 giugno 1686 e, in conseguenza, vennero eseguite le necessarie opere di consolidamento. Altri notevoli danni subì a causa del terremoto del 5 marzo 1823 e, probabilmente nel corso dei lavori di restauro furono asportate alcune decorazioni marmoree del prospetto che guarda verso piazza Indipendenza. Nel 1848 Porta Nuova rischiò di essere demolita ad opera del governo rivoluzionario, ma venne salvata in extremis nel rispetto del parere espresso da una commissione formata dal deputato Carmelo La Farina e dai professori Carlo Giachery, Giambattista Castiglia, Andrea d’Antonio e Valerio Villareale. Circa gli elementi  armorei asportati dalla facciata esterna, che guarda verso Monreale, abbiamo una precisa testimonianza in molte fonti iconografiche del XVII secolo In   rticolare sappiamo che nel secondo ordine della porta, al centro, si trovava una lapide recante una iscrizione dettata da Antonio Veneziano, sopra la quale stava una grande aquila di marmo reale. Ai fianchi erano murati due grandi stemmi rispettivamente del viceré Colonna e della città di Palermo. Pochi anni fa, Porta Nuova fu oggetto di lavori di restauro e ripulitura. Nel corso del restauro, a seguito di un’accurata ricerca nei magazzini della Soprintendenza, sono stati  rinvenuti alcuni elementi decorativi marmorei che un tempo erano collocati sia sul prospetto esterno che su quello interno. Per quanto riguarda il prospetto esterno si è provveduto a rimettere al posto l’aquila centrale e lo stemma del viceré Colonna. Nel prospetto interno è stato ricollocato soltanto lo stemma con l’aquila palermitana, mentre non è stato ancora rinvenuto quello simmetrico del vicerè duca di Alburquerque.

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