Descrizione Progetto

PORTA DI S. AGATA

C’era una storia , o leggenda, riferita dal Fazello, che ha come protagonista un coraggioso cavaliere normanno. Nel 1071, durante l’assedio della città, gli Arabi che tenevano saldamente Palermo si sentivano tanto sicuri da beffeggiare dall’alto delle mura le truppe capitanate da Ruggero e da Roberto il Guiscardo, e tenevano addirittura aperte le porte urbane. Narra il Fazello “Mentre si combatteva un cavaliere normanno, di cui non si sa il nome, fece un atto veramente memorabile, e fu che vedendo la porta della città aperta, per vituperio dè nostri, volle con un disprezzo ricompensar l’altro, e spronato il cavallo, entrò con grand’impeto nella città, ed ammazzo uno con la lancia, ch’era a guardia della porta; e gli altri Saracini avendo chiuso quella porta per pigliarlo, egli spronando fortemente il cavallo, passò per mezzo dè nemici, e cavalcando per vie incognite a lui, che non v’era mai stato, arrivò finalmente all’altra porta, ed uscì fuori, e ritornò salvo nel campo al suo capitano”. La porta dalle quale uscì il valoroso cavaliere era quella di S. Agata ancora esistente nella omonima piazzetta. Alcuni scrittori sostengono che la porta avesse preso il nome, che ancora conserva, per il fatto che da essa sarebbe uscita S.Agata, nel 253, per recarsi a Catania a subire il martirio. Ma ciò, evidentemente non ha alcun fondamento poiché a quel tempo la città non si sviluppava sino a quella zona e, quindi, non vi poteva esistere una porta. Più verosimile che la porta sia stata chiamata col nome della Santa per la vicinanza dell’omonima chiesa che sorge lungo la via del Vespro. IN questo luogo, infatti, secondo la tradizione, la martire cristiana, nell’uscire della città, si sarebbe fermata per allacciarsi un calzare, lasciando l’impronta del piede su di un sasso. E’ qui, la pietà cittadina innalzò una chiesa, detta per questo S. Agata de petra o S. Agata la pedata: chiesa certamente molto antica, anche se non se ne conosce con precisione l’origine. La più remota notizia è del 1324 e risulta dal testamento di Riccardo Filingeri che lasciò un legato ad alcuni ospedali di Palermo e tra questi a quello di S. Agata de petra aggregato alla chiesa; ma della porta si conosce l’esistenza anche attraverso un atto di vendita del 1275 nel quale si tratta di una casa sita nella contrada dell’Albergheria, nella strada “attraverso la quale si va alla Porta S.Agata”.L’architettura della porta è molto antica, anche se non è facile affermare che  essa sia quella originaria del periodo normanno. Il Di Giovanni, nella Topografia di Palermo, precisa che da nessun documento risulta che sia stata rifatta o trasformata e che, anche quando la lunga Guerra del Vespro le vicine mura vennero restaurate, pare che la porta non abbia subito alcuna trasformazione. Quindi essa è una delle più antiche testimonianze della cinta muraria medievale, che si conserva in discrete condizioni, sono scomparsi soltanto un affresco raffigurante la Madonna del Carmine, dipinto nello spazio tra i due archi, e le figure di due angeli che si trovavano nelle lunette.

Tratto da: R.La Duca,  I bastioni e le porte di Palermo ieri e oggi,  a cura di Francesco Arnetta,  Salvatore Sciascia Editore, 2014.

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