Descrizione Progetto

PORTA DELLA DOGANA

Delle cinque porte che si aprivano lungo le mura dell’arco della Cala, quella detta “della Dogana” era la prima che si incontrava provenendo dalla Strada Colonna e cioè dall’odierno Foro Italico. Era posta in prossimità della chiesa della Catena e chiudeva il varco che ancora esiste e che consente di immettersi nella Piazza Marina. Venne aperta nel 1570 allo scopo di consentire l’ingresso delle merci provenienti dal mare e che venivano riposte nei magazzini della città prima di essere messe in commercio, allo scopo di far pagare le gabelle. Per questo venne comunemente detta “della Dogana” e anche “della Doganella”. La porta era interamente realizzata in pietra tufacea d’intaglio, e la parte esterna era sormontata da una grande aquila ad ali spiegate con in petto l’arme reali, a destra e a sinistra erano rispettivamente gli stemmi del vicerè e della città. Il vano della porta era largo metri 3,80 e alto metri 7,75 ma il complesso con le sue ornamentazioni raggiunge l’atezza di circa 15 metri. Oltre alla porta e alla vicina chiesa della Catena, vi era una statua su un piedistallo che ha una storia particolare, che sa di compromesso come tante cose della nostra città. La statua eretta il 1 Maggio del 1701 raffigurava Filippo V. Il monumento era stato disegnato dall’architetto del Senato Paolo Amato e la statua era opera di G. B. Ragusa. Nel 1718, entrate nel regno le armi austriache, la statua venne rimossa e riposta in un magazzino della Regia Zecca. Quando la Sicilia tornò sotto i Borboni essa fu riesumata e ricollocata nell’antico posto, su un nuovo piedistallo. Nel 1786, essendo stata abbellita la passeggiata di Porta Felice (attuale foro Italico), allora “Foro Borbone”, la statua di Filippo V venne trasferita in questo luogo e collocata sopra un nuovo piedistallo simile a quelli delle due statue dei due Carlo II e III e dell’allora regnate Ferdinando III. Il piedistallo della piazzatta della Doganella rimase privo di statua sino al 1799. In quello stesso anno nel corso di alcuni lavori di trasformazione del Palazzo Reale, venne ritrovata una statua di Filippo IV che originariamente era ubicata nella sala di udienza del Duca di Montalto. Fu deciso allora di trasportarla in prossimità della porta della Dogana e di collocarla sul piedistallo vacante della statua di Filippo V. Considerato però che a Palermo esistevano già due statue di Filippo IV, mentre di Filippo III ve n’era una sola, fu deciso di ribattezzare quella proveniente da Palazzo Reale con il nome di Filippo III e di collocarla sul piedistallo della Doganella,il tutto sancito con una lapide posta sul basamento. Con questo metodo sbrigativo il Senato palermitano sistemò da un punto di vista statistico le statue dei sovrani spagnoli che assieme a quelle della casa Borbone, adornavano vari luoghi della città. Ma le une e le altre sarebbero state abbattute nei moti rivoluzionari del 1848.

Tratto da: R.La Duca, “La città perduta”, volume 2.

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